ACTS OF GOD

Marco Strappato

Exchiesetta – Polignano a Mare

06.10.2017 – 28.10.2017

Exhibition Views

Exchiesetta, in collaboration with The Gallery Apart (Rome), is proud to present the solo exhibition of Marco Strappato (Porto San Giorgio, Italy, 1982).

Referencing the International Navy Law, the term Acts of God defines a “major cause” as the happening of an unexpected and unforeseen event, caused by nature. This statement, defines the fate of dramatic events able to create both disasters and victims, consigns literally to the Laws of God the imputation of an evil and inescapable force.

The installation of Marco Strappato evokes the holy deposition scene, in which the presence of the white sculptures created by the artist, manipulate the shapes of broekn tree trunks and branches that have surfaced from the sea, on the shores of Strappato’s home town of Porto San Giorgio, on the Adriatic Sea.

Through the use of plaster, chalk, polyester, acrylic varnish and rabbit glue, the artist bestows to these bodies the appearance of human bones, stolen to the fate of catastrophic events during the seasonal mediterranean migration.

However, the depiction of an unforseeable event, reminds us immediately of the brutality of the trade of humans and the unlimited lives condemned to death. Thus the Acts of Gods becomes solely a conscious, deliberate, cruel act.

Nevertheless, the sculptures also infer that there is a possibile, positive change of sense, acknowledging that the “human” and the “divine” can merge to show the progress of the science, in the creation of synthetic and artificial organs and bones, thanks to microsurgery, with the technique of the first experimentation of bone transplants currently being tested by surgeon Sergio Canavero with focus on the human skull.

The sketched figures, sometimes rounded or tapered, white and solid like ancient greek idols carved in marble, which radiates the fragility from the ossarium in the small church of Santo Stefano, a sacred shelter on the earth.

Exchiesetta, in collaborazione con The Gallery Apart (Roma) è lieta di ospitare la mostra personale di Marco Strappato (Porto San Giorgio, Fm, 1982).

Nell’ambito del Diritto Internazionale Marittimo, il termine Acts of God definisce una “causa di forza maggiore”, il verificarsi di un evento imprevisto ed imprevedibile, derivante dalle forze della natura. L’espressione, designando la fatalità di certi accadimenti drammatici in grado di provocare vittime e disastri, consegna letteralmente alle Leggi di dio l’imputazione di una forza ineluttabile e sinistra.

L’installazione di Marco Strappato evoca la scena di una sacra deposizione, con la presenza di candide sculture che l’artista ha prodotto rielaborando la forma e la superficie di rami e tronchi riemersi dal mare, logori e consunti, sulle coste della sua Porto San Giorgio, sulle rive dell’Adriatico.

Attraverso l’uso di stucco, gesso, poliestere, vernice acrilica e di colla di coniglio, l’artista conferisce a questi “corpi” l’aspetto di ossa umane, sottratte alla fatalità di eventi catastrofici nel corso delle quotidiane migrazioni mediterranee. Tuttavia, la rappresentazione di un evento imprevedibile, riporta immediatamente alla memoria la brutalità dei trafficanti, artefici della tratta di vite umane umiliate e spesso condannate a morte certa. Ecco che gli Acts of God si trasformano immediatamente in atti umani, deliberati, feroci, nefasti.

Tuttavia le sculture dell’artista sembrano procedere anche verso un possibile, radicale ribaltamento di senso, manifestando quanto “umano” e “divino” appaia il progresso della tecnica e della scienza, come nella creazione sintetica di organi ed ossa artificiali ad opera della microchirurgia e della cranioplastica: tecniche del trapianto osseo con cui, in questi giorni, si effettuano i primi esperimenti di trapianto di testa umana (ad opera del neurochirurgo italiano, Sergio Canavero).

A questo alludono le forme stilizzate e levigate, talvolta sferiche oppure affusolate, bianche e solide come antichi idoli cicladici scolpiti nel marmo, eppure fragili elementi di un ossario radunato nella piccola chiesa di Santo Stefano, rifugio inviolabile sulle coste della terraferma.

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